Come in molte culture occidentali, anche in Asia l’oro ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza nella decorazione delle rappresentazioni votive. Una delle immagini più note relative a queste utilizzo sono i numerosi buddha decorati in oro su base bronzea. In India l’oro in foglia applicato su cotone assieme alle tempere, è usato per la decorazione di tele. Tipico soprattutto dell’arte Cinese e Giapponese, è l’utilizzo dell’oro in foglie o in polvere non solo per la rappresentazione pittorica, ma anche per la decorazione di scatole e porta-oggetti, paraventi ed elementi di arredo.
La decorazione di oggetti è eseguita, tra le altre, con la tecnica della “Pittura a cosparsa” o maki-e, dove i motivi sono dipinti su uno sfondo di lacca generalmente nera, ridefinito cospargendo lo strato superficiale ancora umido con polveri d’oro di diverso tipo: polveri di forma irregolare (yasurifun), appiattite (nashijifun), appiattite e grosse (hiramefun).
Il disegno preliminare è eseguito in lacca vermiglia e sulla superficie così delimitata viene “seminata” della polvere d’oro o d’argento. In seguito si ricopre il tutto con un nuovo strato di lacca trasparente, levigato dopo la fese dell’essicazione.
Anche nell’arte medio orientale e persiana si ritrova l’utilizzo della foglia oro nella rappresentazioni pittoriche e per le illustrazioni delle opere letterarie.
É il caso ad esempio di un’edizione speciale di “Leyla e Majnun” un classico poema arabo del grande poeta persiano Nezami.
In esso è ritratta la “Battaglia delle Tribù” osservata da Majnun dove la foglia d’oro è utilizzata per la raffigurazione del cielo.
Infine uno sguardo all’arte thailandese e birmana, ricca di esempi dell’impiego di foglia oro, applicata sia per la decorazione esterna di templi e luoghi sacri sia per la decorazione di raffigurazioni di scene divine.
Un meraviglioso esempio di tale arte è rappresentata dal tempio Wat Phra Kaew a Bangkok con le sue guglie interamente rivestite a foglia oro e le sue immagini votive decorate in oro.