Nei primi anni del Novecento, sotto la guida di Anchise e Adolfo, figli di Giusto, l’azienda prosegue la sua crescita: quando si sposta nella nuova sede di Via Ponte alle Mosse impiega un centinaio di dipendenti e, grazie ai magli automatici e alle nuove tecnologie rese disponibili dalla seconda rivoluzione industriale, è per la prima volta in grado di esportare foglia d’oro e d’argento in tutti i mercati europei. Poi il primo stop: scoppia la Grande Guerra, le frontiere si chiudono, gli ordini calano drammaticamente e gli operai vengono richiamati alla leva. Il figlio di Anchise, Alessandro, che si era spostato negli Stati Uniti per intraprendere un’attività indipendente, con lo scoppio della guerra decide di rientrare precipitosamente a Firenze per arruolarsi, nella difesa della patria. Imbarcatosi su un piroscafo, nel corso del viaggio si ammala di spagnola e, al suo rientro in città, viene a mancare. Con questo dolore nel cuore, Anchise si ritira dall’attività imprenditoriale con grande rammarico e disappunto della moglie Emma e della figlia Maria. Nel frattempo, il figlio di Adolfo, Giusto Manetti (1891-1961), si arruola nell’esercito come Tenente di Cavalleria dei Lancieri di Mantova. Nonostante sia un ufficiale di complemento, sceglie di combattere insieme agli altri soldati e nel 1915, durante la battaglia di Monfalcone, viene ferito e catturato dall’esercito austriaco, che lo tiene prigioniero per due anni.
Nel 1918 torna a Firenze con la Croce al Merito di Guerra, la Medaglia d’Argento al Valore Militare e la ferma determinazione a prendere le redini dell’impresa di famiglia. Nonostante si trovi a operare nel primo dopoguerra, in uno dei periodi più difficili della storia italiana, tra il 1920 e il 1940 Giusto, assieme al cognato Guido Macchia, espande l’export aziendale e innova ulteriormente la produzione (introducendo nel settore l’impiego di magli elettromagnetici in sostituzione dei tradizionali magli meccanici a balestra), triplica i dipendenti (che arrivano a trecento) e comincia a esportare in tutti i continenti. Sotto la sua guida la foglia d’oro Giusto Manetti Battiloro splende sul Rockfeller Centre e su Versailles, sul Cremlino e su Buckingham Palace.
Ma c’è un altro drammatico conflitto all’orizzonte. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli arruolamenti forzati riducono significativamente la forza lavoro e anche Giusto si arruola come Ufficiale Superiore di Cavalleria. Il 2 maggio 1944, probabilmente scambiata per un deposito di armi, l’azienda viene rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati. È un colpo durissimo, ma grazie all’aiuto delle maestranze, Giusto ricostruisce la sede e nel settembre del 46 fa ripartire la produzione.