Storia 1600

1600: La bottega

Agli albori del 1600 i Manetti gestiscono una piccola bottega familiare di doratori, intagliatori, decoratori e battiloro che fin dagli inizi riceve incarichi di prestigio: nel 1602 Matteo Manetti, su incarico del Granduca Ferdinando II de’ Medici cura il restauro della palla d’oro che sormonta la cupola del Duomo di Firenze. È l’inizio di una grande storia.

Nel 1601, nella notte tra il 26 e il 27 gennaio, un fulmine colpisce la palla di bronzo dorato della Cupola del Duomo di Firenze, realizzata dal Verrocchio e collocata nel 1471 sulla sommità del capolavoro insuperato di Filippo Brunelleschi. I suoi 18 quintali rotolano giù per 116 metri, schiantandosi rovinosamente sul selciato della piazza. L’evento provoca un tale turbamento nella popolazione che il Granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici scrive immediatamente una lettera ai responsabili dell’Opera del Duomo, invitandoli a convocare con la massima urgenza i migliori architetti e artisti allora attivi in città, tra i quali Bernando Buontalenti e Agnolo Bronzino. “I quali – raccomanda – visitando diligentemente tutta la rovina discorrino tra loro e piglino appuntamento e regola di risarcirla secondo l’architettura e la forma giusta di prima senza alterare cosa alcuna. E come questi architetti et ingegneri avranno risolto concordemente quello che parrà loro di fare, ordinate che lo mettino in carta e mandatelo a noi accioché possiamo ordinarvi l’esecuzione”. Nel passaggio tra la “carta” e “l’esecuzione”, il 15 aprile 1602, nella corrispondenza granducale, esce finalmente il nome di Matteo Manetti, inserito nella lista dei migliori candidati alla realizzazione dell’impresa. “Questi a piè sotto scritti – spiega al Signore di Firenze l’architetto dell’Opera del Duomo – sono i nomi di quelli maestri orefici che sono periti nell’arte, da poter servire nella restaurazione della Palla”. Tra loro c’è “ Maestro Matteo d’Agostino Manetti, il quale si dice essersi trovato in Roma, in compagnia di Battino Bologna, intorno alla Palla di San Pietro”.

Grazie al successo ottenuto con la cupola di Michelangelo e alla fama del suo talento, Matteo viene richiamato in città per ricevere l’incarico del restauro.  È un lavoro di straordinaria difficoltà, reso ancora più pericoloso dai rischi comportati dal sistema di doratura dei metalli in uso all’epoca, che prevedeva l’esposizione ai fumi del mercurio. Ma il 18 settembre 1602, a un solo mese dall’avvio, l’opera è conclusa. Il 21 ottobre dello stesso anno la palla viene ricollocata sulla cupola e l’Opera di Santa Maria del Fiore e i delegati del Granduca di Toscana rendono omaggio alla perizia e al coraggio di Matteo Manetti nominandolo “Orefice dell’Opera”, responsabile di qualsiasi restauro legato a “argenterie et orerie, vasi et reliquieri” del Duomo. È l’inizio di una grande storia: da questo straordinario Maestro discende una vera e propria tradizione familiare che dura da più di quattro secoli.

Già negli anni immediatamente successivi al trionfo di Maestro Matteo, altri membri della famiglia portano avanti le attività della bottega. Va a loro il merito di aver tramandato a figli e nipoti lo straordinario patrimonio di saperi del mestiere di orafi, intagliatori e battiloro e di aver posto le basi di una solidissima tradizione di famiglia. Ad aiutarli è senza dubbio anche la politica economica della città, che prevede che figli e parenti di un Maestro non paghino la tassa di immatricolazione all’arte e in tal modo favorisce sia sul piano economico che su quello burocratico la continuità del mestiere di generazione in generazione.

In questo periodo i rapporti tra i Manetti e i signori di Firenze sono strettissimi: Maestro Antonio Manetti lavora al restauro della villa medicea La Petraia e quando, nel 1633, nasce Lorenzo Manetti, il padrino di battesimo è Don Lorenzo de’ Medici, che dà al bimbo il suo nome.

A metà del Seicento la bottega si sposta a Santo Stefano in Pane, appena fuori dalle mura della città: il trasferimento si rende necessario in seguito all’aumento delle commissioni da parte delle più importanti famiglie fiorentine.